IPERICO LA PIANTE SOLSTIZIALE

Hypericum perforatum L.

Nome italiano: Iperico

Molto comune nei terreni asciutti, lungo i margini delle strade, ai bordi di campi e nelle radure, cresce fino a 1600 m d’altitudine, la pianta ha un corto rizoma e un fusto eretto fino a circa 1 m., legnoso e ramificato. Le foglie sono opposte ovali o oblunghe, picchiettate di minuscole ghiandole trasparenti (contenenti l’olio essenziale) che in controluce assomigliano a forellini e gli conferiscono l’appellativo di “perforato”. Questa carat­teristica spinse i contadini della Vandea a sceglierlo come l’erba più adatta a simboleggiare il corpo del Cristo flagellato; e come ri­ferisce Louis Charbonneau-Lassay, fu chiamato anche con il nome di «erba della Flagellazione».
I fiori composti di 5 petali, sono di colore giallo intenso, riuniti in una sorta di corimbo, compaiono in estate, la sua fioritura massima è raggiunta a fine giugno. Se stropicciati colorano la pelle di rosso. Tutta la pianta emana un odore gradevole.

PROPRIETA’

“Serbatoio” naturale di carotene (provitamina terpenica contenuta nelle carote e in numerosi vegetali a cui conferisce colorazione rossa o arancio, che il nostro organismo trasforma in vitamina A) e flavonoidi (ipericina, rutina, quercetina e l´iperoside). Molto usato anche per le sue  proprietà antidepressive e antivirali. Si usa soprattutto per piaghe, ulcerazioni, pruriti, emorroidi. In cosmesi per pelli secche, screpolate, atoniche.
E’ efficace anche in caso di contusioni o schiacciamento delle dita ed i flavonoidi contenuti riducono le infiammazioni delle ferite. Ha un effetto benefico in caso ustioni e eritemi, traumi, i dolori neuro-muscolari, sciatica.

L’olio di iperico previene l’infezione delle ferite, riduce il tempo di guarigione delle ustioni, è antinfiammatorio, antisettico, cicatrizzante. La crema aggiunge le proprietà della cera d’api vergine che ha un effetto antibiotico e lenitivo sulla pelle. E’ molto utile per guarire le piccole ferite e la secchezza della pelle quando si fanno lavori manuali in agricoltura.

L’azione dell’olio di iperico sulle ustioni

Perché le proprietà dell’olio di iperico si espletino al massimo, è bene applicarlo direttamente sulle piaghe provocate da ustioni sulle quali è in grado di eliminare totalmente il dolore già dopo pochi minuti e fintanto che si tiene la piaga coperta con olio di iperico il dolore non ricompare. La cicatrizzazione delle lesioni, anche di quelle più gravi, avviene molto rapidamente e senza i raggrinzamenti tipici delle cicatrici da ustioni.

NOTE DI COSTUME E TRADIZIONI

E’ detto anche “erba di San Giovanni” – “fohanniskraut” in Germania, perché una leggenda un po’ meno antica, lega l’iperico al San Giovanni il Battista, che fu decapitato per volere di Salomè. Anche per questo racconto l’iperico venne germogliato dal sangue, in questo caso di San Giovanni. In virtù della leggenda o per il fatto che la sua fioritura si manifesti intorno alla seconda metà di giugno (23 giugno viene ricordato San Giovanni) l’Iperico è conosciuto come Erba di San Giovanni.

Ippocrate e Dioscoride sostenevano che il suo nome significava «al di sopra», ossia più forte delle apparizioni d’oltretomba, del mondo infero. Per questo motivo era soprannominato anche «cacciadiavoli».
Guariva i morsi dei serpenti, ma figurava anche fra i rimedi con­sigliati contro gli attacchi di epilessia e le bruciature. Ancora oggi è usato contro le ustioni, dato che l’antica sapienza già lo indica­va come potentissimo strumento contro Satana e le sue opere, intese appunto a gettare il cristiano nei regni infernali per bruciare nelle fiamme eterne.
Una volta in molti Paesi europei coloro che danzavano nella notte di San Giovanni intorno al fuoco si cingevano le tempie con fronde di questa pianta. Poi, spenti i fuochi, le gettavano sui tetti delle case per preservarle dal fulmine.
Nel Medioevo veniva appeso alle finestre e sulle porte per impe­dire ai demoni di entrare nelle case. E quando nemmeno le preghie­re degli esorcisti erano riuscite a liberare una donna indemoniata, le si mettevano in seno alcune sue foglie e altre si sparpagliavano nella sua abitazione.
Era anche usato durante le crociate dai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme per curare le ferite. In effetti, è una delle piante più efficaci nella medicazione delle ferite sanguinanti, e tutti i vecchi libri di medicina raccomandavano il balsamo ricavato dalle foglie e dai fiori macerati nell’olio.

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FIORI DI IPERICO IN VASO DI VETRO

Come si prepara l’olio di iperico

La ricetta più antica per la preparazione dell’olio di iperico prevede la raccolta manuale dei fiori, su terreni lontani dal traffico e situati in zone incontaminate. I fiori ancora freschi vanno messi in un vasetto di vetro a chiusura ermetica, e ricoperti di olio extravergine di oliva spremuto a freddo. Si chiude il contenitore e si espone al sole per 40 giorni.

Già dopo qualche giorno l’olio assume un’intensa colorazione rosso rubino. È necessario capovolgere il vaso di tanto in tanto al fine di ottimizzare l’estrazione dei principi attivi. Terminato il tempo di esposizione al sole, si recupera tutto l’olio, filtrandolo con una stoffa sottile, per poi travasarlo in una bottiglia di vetro scuro che abbia sempre la chiusura ermetica.

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FIORI DI IPERICO COPERTI CON OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA BIOLOGICO ESTRATTO A FREDDO

Come si prepara la crema di iperico.

Per fare la crema: mettere a scaldare 700 g di olio di iperico a bagnomaria (cioè in un tegamino messo dentro ad un tegame più grande pieno di acqua, messo su fuoco moderato).
Quando l’olio è caldo (50-60 gradi) aggiungere 300 g di cera vergine di api a pezzetti e girare lentamente fino a che sia sciolta completamente. La quantità di cera varia a seconda della densità che si desidera ottenere, va da un quarto a metà del peso dell’olio.
Spegnere la fiamma ed aggiungere 10 cc di essenza di gelsomino (o altra essenza profumata).
Versare la crema nei vasetti ancora calda.