FITOALIMURGIA

FITOALIMURGIA.

Per molti questa parola è sconosciuta, perché molti vocabolari la escludono. L’etimo di alimurgia deriva dalla contrazione del latino “alimenta urgentia”, cioè nutrimento in caso di necessità, a cui è stato aggiunto il prefisso fito per indicare che si tratta di piante. Molte parole latine derivano a loro volta dal greco dove “alymos” = alimento è formato da “lymos” = fame e dal prefisso “a” con funzione privativa per cui alimento che fa sentire senza fame. “Urgentia” deriva dal greco “ergon” = attività e così “alimurgia” sta a significare  “attività che calma la fame”. La prima comparsa ufficiale della parola fu nel 1767 quando venne pubblicato un libro con le notizie riguardanti ciò che veniva usato dalla popolazione per sfamarsi durante le carestie (era appena passata quella del 1764), le pestilenze, le guerre, le calamità naturali; eventi che impedivano la consueta coltivazione dei campi con relativo raccolto. Chi scrisse questo De Alimenta Urgentia con sottotitolo “alimurgia”, ovvero modo di rendere meno gravi le carestie, proposto per il sollievo dei popoli fu Giovanni Targiotti-Tozzetti, medico fiorentino allievo del botanico Pier Antonio Micheli e custode del Giardino dei Semplici di Firenze, che era molto attento alle necessità del popolo anche al di fuori dei problemi strettamente terapeutici e che, perciò, entrò in polemica con la classe medica intollerante di tale scelta. L’opera di Targetti-Tozzetti rimase nella storia e fu ripescato alla fine dell’ultimo conflitto quando, nei paesi dell’Est Europeo e specialmente in Jugoslavia, si sviluppò una capillare ricerca per raccogliere notizie e indicazioni su tutto ciò che il popolo aveva mangiato durante la fame di quei giorni bui. La ricerca in campo botanico fu coordinata e diretta dal professor Tukakov dell’Università di Belgrado che, isolandosi in un territorio abbastanza ampio con molti suoi allievi nutrendosi per alcuni mesi di sole piante spontanee sperimentando e confermando, se era il caso, le informazioni popolari. Questo lavoro servì per redigere una carta fitogeografica utile per conoscere la reperibilità dei vegetali spontanei. Contemporaneamente una commissione USA raccoglieva notizie sulle piante spontanee eduli, usate in Europa; tutto ciò per aggiornare quei manuali di sopravvivenza in dotazione alle truppe da sbarco.

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