LE ERBE DI SAN GIOVANNI
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Descrizione:
Pianta perenne alta 20-40 cm provvista di un bulbo sottile oblungo attorniato da tuniche intere biancastre membranose e scapo semicilindrico angoloso.
Foglie generalmente 2 basali, ovali-lanceolate, lunghe 10-20 cm e larghe 3-6, munite di un lungo picciolo alato, lungo 5-15 cm di un colore verde brillante, emananti un forte odore agliaceo.
Le infiorescenze, alla sommità dello scapo, si riuniscono ad ombrella di 6-20 fiori, di forma subsferica irregolare di 3-6 cm di diametro. Sono racchiuse prima della fioritura da una spata cartacea intera o divisa in 2-3 lobi, caduca, che non supera la grandezza dell’ombrella.
I fiori sono formati da 6 tepali bianchi lanceolati lunghi ca. 1 cm, più lunghi degli stami e con un peduncolo lungo sino a 2 cm.
Antesi: aprile- giugno
Habitat:
Si diffonde soprattutto nei boschi di latifoglie, luoghi ombrosi ed umidi, e particolarmente nelle vallecole umide in colonie numerose su terreni fertili e ricchi di humus, dal piano fino alla fascia submontana, da 0 a 1500 mt. Habitat prediletto bosco di faggio.
Etimologia:
il nome del genere allium sembra di origine celtica “all” che significa caldo, bruciante, acre, com’è infatti il sapore dell’aglio oppure dal greco allis derivante da chlaina= mantello foderato, per la spata che avvolge l’infiorescenza o per le tuniche che ricoprono i bulbilli. Il nome della specie ursinum = degli orsi, in riferimento agli ambienti boschivi su cui preferibilmente cresce, oppure in base alcune credenze popolari potrebbe derivare proprio dagli orsi, che appena svegliati dal letargo invernale, sarebbero ghiotti dell’aglio ursino, col quale depurano l’organismo rimasto a lungo fermo.
Proprietà ed utilizzi:
Le proprietà dell’aglio orsino sono praticamente le medesime dell’aglio comune (A. sativum) è antielmintico, ma è anche un buon diuretico, stimolante gastrico, antisettico, coleretico (ossia agisce sulle bile) ed è un efficace depurativo disintossicante del sangue. Le foglie fresche sulla pelle hanno proprietà rubefacenti (proprietà di richiamare il sangue negli strati più superficiali della pelle, causandovi una piccola irritazione, ed alleggerendo così l’infiammazione agli strati sottostanti proprio grazie alla sottrazione di sangue. Usato pestato quale cataplasma per lenire gli ascessi ed i foruncoli.
La seguente immagine mette a confronto le tre foglie e i tre fiori, notare i fiori molto diversi e le foglie anche se di forma simile, nel A.orsino presentano un peduncolo che nasce direttamente dal bulbo, mentre nel mughetto sono inserite a diverse altezze sul fusto. Ma è l’odore che toglie ogni dubbio: le foglie dell’ A.orsino odorano fortemente di aglio.
In cucina:
nel periodo primaverile, sono raccomandate le foglie tenere, finemente tritate, per insaporire le insalate o aromatizzare il burro dando un sapore delicato e gradevole alle carni e non così deciso rispetto agli altri agli. Sono inoltre utilizzate per insaporire patate, cicorie, uova, zuppe, brodi avendo cura di aggiungerle all’ultimo momento per apprezzare appieno il loro aroma. I bulbi che si possono raccogliere in autunno possono essere usati come A. sativum.
Molto buono l’olio a base di foglie di aglio orsino da usare quale condimento su patate lesse, pane tostato, pasta e particolarmente consigliato per insaporire piatti di pesce, quali sgombro o merluzzo: frullare l’aglio orsino con l’olio extravergine di oliva, fino ad ottenere un composto omogeneo, condire con sale e pepe e riempire un barattolo con tappo a vite.
Conservare in frigorifero e consumare entro una settimana.
Ottimo sostituto del pesto di basilico, il pesto di A.orsino richiede il 40% di foglie di A. orsino tagliate finemente, una manciata di mandorle tritate, sale e pepe quanto necessita, il tutto completato e ben ricoperto da olio extra vergine di oliva ed infine frullato fino ad ottenere una crema.
Ingredienti:
1 litro di aceto di vino bianco
3 bulbilli di aglio orsino
1 peperoncino piccante
1 Rametto di rosmarino.
Preparazione:
Ridurre le foglie dell’ A. orsino a fettine, il peperoncino a pezzetti ed inserirli nella bottiglia con l’aceto e il rametto di rosmarino. Lasciarli macerare per un minimo di 7 giorni, per un periodo più lungo, maggiore sarà il sapore.
Sottospecie presenti in Italia:
Pastinaca sativa L. subsp. Sativa che si distingue per fusti angolosi, pelosità ridotta x peli sparsi, foglie con segmenti con base cuneata. Coltivata per uso alimentare e spesso inselvatichita
Pastinaca sativa L. subsp. Sylvestris (Mill.) Rouy & E.G. Camus che si distingue per pelosità densa, foglie grigio pubescenti con segmenti che alla base spesso sono cordati
Pastinaca sativa L. subsp. Urens (Reg. ex Godr.) Celak. che si distingue per fusto cilindrico o appena striato quasi liscio, ombrella terminale a 5÷7 raggi, non o poco maggiore delle laterali.
Famiglia: Apiaceae
Descrizione: Pianta biennale, erbacea, dall’odore pungente, con radice a fittone, affusolata, giallo chiara, carnosa, che nel primo anno produce soltanto un ciuffo di foglie dal quale poi, nel secondo si sviluppa il fusto cavo, angoloso, scanalato, pubescente e ramificato in alto di 40÷120 cm.
Le foglie basali sono dotate di un lungo picciolo inguainante il fusto, sono pennate con 5÷11 foglioline ovali con apice acuto e margine dentato e talvolta inciso in due lobi. Le foglie caulinari sono alterne, le superiori sessili ed amplessicauli e con numero inferiore di foglioline.
I fiori ermafroditi, di colore giallo oro, sono raccolti in ombrellette che a loro volta formano grosse ombrelle del diametro assai variabile da 5÷8 cm e con 5÷15 raggi, mancanti dell’involucro e involucretto, i peduncoli delle ombrelle laterali sono più lunghi di quelle centrali e l’ombrella superiore è sensibilmente più grande di quelle sottostanti.
Fioritura: luglio÷agosto
Habitat: In Italia è comune in tutte le regioni, vegeta nei prati, bordo strada, coltivi , scarpate, terreni limosi e ricchi di sostanze azotate, dal piano fino a 1600 m s.l.m.
Etimologia: Il nome del genere deriva dal latino “pastus” = nutrimento e indica la commestibilità della radice; l’epiteto specifico deriva dal latino “sativum” = coltivato.
Proprietà ed utilizzi:
Specie commestibile officinale.
Contiene olio essenziale, sostanze grasse, furocumarina, pectine, carboidrati, vitamina C.
Pastinaca sativa un tempo era usata nella medicina popolare come diuretico e digestivo.
La Pastinaca è nota soprattutto per le proprietà alimentari delle sue radici, che oltre ad essere ricche di proteine, amidi e zuccheri, hanno un gradevole sapore simile a quello delle carote; la tradizione popolare ritiene la Pastinaca un cibo utile alle persone deboli, anziane o convalescenti.
È un ottimo alimento dietetico, infatti 100 g di radice, corrispondono a 22 kcal e contengono 12 g di fibre.
Le estremità delle ramificazioni possono essere impiegate come spezia.
Gli antichi romani attribuivano alla Pastinaca proprietà afrodisiache e spesso la cucinavano con il miele.
La radice viene impiegata, soprattutto nel nord Europa in molte preparazioni alimentari e anche in bevande fermentate tipo birra.
Il suo uso è andato scemando con la scoperta dell’America e delle patate che l’hanno gradatamente sostituita, gli inglesi che la chiamano “parsnip “continuano ad usarla, mangiandola durante tutto l’inverno, raccolta dopo le gelate.
Un tempo i fiori erano impiegati per tingere di colore giallo la lana.
Attenzioni per il raccolto ed il consumo:
Pastinaca sativa subsp. urens (Req. ex Godr.) Čelak può provocare dermatiti da contatto e può essere responsabile, in soggetti particolarmente sensibili, di ustioni di 2° grado.
Questa sottospecie ma anche le Pastinache in generale contengono furanocumarina, una sostanza che può provocare reazioni cutanee aggravate per fotosensibilizzazione, sotto gli effetti dei raggi solari.
A questo proposito è stato accertato da ricercatori dell’ Università dell’ Illinois, che la Pastinaca sativa, quando è aggredita da piccolo ma vorace bruco (Trichoplusia ni) produce nelle zone circostanti a quella del morso, una quantità 80 volte superiore alla norma di furanocumarina, sostanza che produce a scopo difensivo.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare
LA STAGIONE CALDA E LE ULTIMISSIME PIOGGE HANNO FAVORITO UNA ECCELLENTE CRESCITA
DELLE MIGLIORI ERBE CAMPAGNOLE SPONTANEE.
E’ POSSIBILE RACCOGLIERE LE MIGLIORI ERBE CAMPAGNOLE SPONTANEE COME
RAPONZOLI, GINESTRELLA, PIMPIMPINELLONE, PIMPINELLA, RAPASTELLA BIANCA, RAPASTELLA GIALLA, COTECACCHIE, GRUGNI AMARI, ECC.
LA GIORNATA SI SVOLGERA’ CON IL SEGUENTE PROGRAMMA:
ORE 9.00 ARRIVO IN SEDE ED ISCRIZIONE ALL’ ACCADEMIA ERBE CAMPAGNOLE SPONTANEE.
ORE 9.30 INIZIO PRESENTAZIONE DAL VERO DELLE ERBE
ORE 10.30 USCITA SUL CAMPO ALLA RICERCA E RICONOSCIMENTO DELLE ERBE
ORE 12.00 RIENTRO IN SEDE E SHOW-COOKING CON LE ERBE CAMPAGNOLE RACCOLTE
ORE 13.00 DEGUSTAZIONE IN PIEDI CON PRODOTTI TIPICI UMBRI ED ERBE SPONTANEE
COSTO :
€ 10,00 QUOTA ASSOCIATIVA (OBBLIGATORIA)
€ 15,00 DEGUSTAZIONE (FACOLTATIVA)
€ 5,00 DEPLIAND “LE BUONE ERBE” (FACOLTATIVA)
SI ACCETTANO LE PRIME 25 ISCRIZIONI
LA SEDE DEL CORSO VERRA’ COMUNICATA ENTRO IL 15 NOVEMBRE 2017
Per accettazione ed iscrizione al corso :
email: luciano.loschi@gmail.com
cell.: 3936622189 (Luciano Loschi)
Famiglia : Fabaceae (leguminose)
E’ un albero utilizzato come pianta ornamentale nei giardini e per le alberature stradali, grazie alla sua resistenza all’atmosfera cittadina. Il siliquastro si trova sparso in tutto l’areale appenninico di bassa quota, fino ad un massimo di 500m circa. È una pianta tipica dei boschi di latifoglie, prediligendo quelli misti in associazione a quercia, orniello e altre piante arboree. Il siliquastro cresce difficilmente in boschi umidi e ombrosi, mostrando elevata capacità di adattamento e arrivando a colonizzare sia pendii aridi e scoscesi sia addirittura luoghi sassosi, come cave e pareti rocciose naturali. Questa pianta preferisce i terreni calcarei e sassosi, senza ristagno idrico ma tollera anche quelli moderatamente acidi. Abbastanza resistente al freddo. Gradisce un’esposizione in pieno sole, possibilmente protetta dai venti; si sviluppa prevalentemente in pianura, preferendo i climi miti a quelli rigidi. In età avanzata può raggiungere anche gli 8 m, anche se solitamente le sue dimensioni sono più contenute: tra i quattro e i cinque metri.
Etimologia:
Il nome comune del Cercis siliquastrum è associato alla leggenda del suicidio di Giuda. Si pensa, infatti, che l’apostolo, preso dal rimorso per aver tradito Gesù, si sia impiccato proprio sul ramo di un albero appartenente a questa specie. Questa leggenda si diffuse in epoca precristiana e continuò a persistere anche dopo il cristianesimo e durante il Medioevo. Il nome botanico della pianta deriva invece dal greco “kerkis”, che significa ‘navicella’, e dal latino “siliqua”, che significa ‘baccello’, in riferimento alla forma dei frutti dell’albero.
Fiori da mangiare
I fiori dell’albero di Giuda di colore rosa porpora, fioriscono a fine marzo – aprile; in questi giorni di fine aprile la sua fioritura è nel pieno e conviene approfittarne per gustarli al meglio. I fiori possono essere raccolti e mangiati, sia fritti in pastella sia mescolati freschi a insalate. C’è chi li conserva in salamoia come i capperi per poi usarli in zuppe o piatti alla pizzaiola e c’è chi li conserva sottaceto.
Al termine della fioritura, l’albero di Giuda sfoggerà i suoi frutti, si tratta di legumi appiattiti, lunghi circa 10 cm e larghi quasi 2 cm infatti l’albero di Giuda fa parte della stessa famiglia di fagioli e piselli, è una Leguminosa.
Ingredienti:
2 manciate di fiori dell’albero di Giuda,
olio per friggere,
sale o zucchero.
Procedimento:
In una padella mettere l’olio evo o di semi, quando è ben caldo mettere i fiori dell’albero di Giuda, farli friggere a fiamma alta per alcuni minuti, quando sono ben croccanti scolarli in carta assorbente, cospargerli con sale o zucchero a secondo dei propri gusti. Servirli molto caldi.
Ingredienti:
400g di fiori
300 cc acqua
150g zucchero
1 bicchiere vodka
200cc panna fresca
Procedimento:
Portare ad ebollizione l’acqua insieme allo zucchero, versare i fiori senza gli steli. Raffreddare, e quando lo sciroppo sarà freddo unire la vodka, quindi mettere in congelatore a gelare. Dividere il sorbetto in bicchierini monodose decorati con buccia di arancia o limone e fiori freschi
Nome scientifico: Silene alba (Miller) Krause)
Famiglia: Caryophyllaceae.
In cucina:
Procedimento: